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forte_forte ed elise peroi
“langage des oiseaux”
langage des oiseaux è un’installazione frutto della collaborazione
tra elise peroi e giada forte.
i due assi concettuali che strutturano la mostra, vale a dire il linguaggio e la tecnica, sono trattati come finzioni euristiche.
il linguaggio corrisponde al canto degli uccelli, inteso come ciò che rimane del linguaggio primitivo, mentre la tecnica equivale al nodo, percepito come il primo gesto tecnico.
walter benjamin ipotizzò che solo gli uccelli avessero un tipo di linguaggio in cui il suono e la comprensione non hanno bisogno di mediazione, ovvero, l’immediatezza prelinguistica e la forma di comunicazione autentica che l’uomo conobbe prima di inventare la tecnologia e il linguaggio e che da quel momento, ha smarrito.
délégation wallonie–bruxelles, saint germain – parigi.
“la cappa” di giada forte
il canto degli uccelli e il nodo, entrambe astrazioni, fungono da contrappunto nella mantella realizzata da giada forte, che rappresenta, per così dire, l’attuale apogeo della tecnica di tessitura.
délégation wallonie–bruxelles, saint germain – paris.
nelle nuances del bianco e del rosa, ogni piega e ciascun filo imprimono al tessuto un concetto di tensione e di allentamento, di continuità e trasparenza, reiterando il motivo della linea, mentre la verticalità impone una certa solennità.
realizzata interamente a mano con plissè in chiffon di seta su cui si posano lunghe frange macramé, la mantella è impreziosita da perline in vetro e immaginarie piume di crochet fatto a mano.
l’installazione di elise peroi è realizzata con tessuti provenienti dalle collezioni d’archivio di forte_forte.
dopo aver ritagliato i tessuti quasi chirurgicamente in nastri irregolari, elise peroi ha intessuto e strutturato la sua tela, invitandoci ad apprezzare tattilmente la composizione dei suoi materiali in base al loro potenziale sensoriale.
fili allentati – come pendessero dalla superficie dell’intreccio – e buchi senza i fili della trama conferiscono ritmo all’insieme mediante i loro irregolari spessori.
il contrasto tra la densità dell’ordito nudo quasi trasparente e i tessuti aggrovigliati dà origine a forme irregolari e a sfumature di colore contrastanti.
uccelli, semi e ornamenti, come simboli, si annidano e si dispiegano dal basso verso l’alto.
una figura polimorfa si estende per tutta l’opera, suggerendo in modo equivoco un mantello, una sagoma spettrale o delle ali.
elise peroi abbandona le proporzioni normali a favore di una spontaneità della forma, dando libero sfogo al materiale, come testimoniano i bordi irregolari e le linee imperfette che contrastano la rettilineità delle strutture.
l’opera appare come una superficie sottile in cui il linguaggio e la tecnica si riflettono su entrambi i lati del manufatto, in un’armonia disordinata che suggerisce le tensioni coesistenti in gioco.
pertanto, il canto degli uccelli – “pura produzione naturale” che è diventata espressione materiale – e il mantello – produzione tecnica diventata “materia immateriale” – non si fondono, ma si uniscono, creando nuove “affinità in linee di connessione creativa”.
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