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via ponte vetero, 1
20121 milano Italy
+ 39 02 7200 8575
store.milano@forte-forte.com
intima, ma non segreta. privata, con un invito alla scoperta.
forte_forte inaugura a milano, al numero 1 di via ponte vetero, nello storico quartiere di brera, la prima boutique, estensione spaziale ed emozionale dei valori tattili, atmosferici e onirici che definiscono lo spirito unico del marchio. un ambiente dal carattere delicato e affermativo, femminile nella levità piena di forza, che unisce memoria e presente, viaggio e introspezione in un racconto fatto di materie ed elementi assemblati seguendo il filo dell’intuito.
come gli abiti forte_forte dissolvono la distanza tra i capi e chi li indossa, così la boutique dissolve la barriera tra lo spazio pubblico e quello privato, tra il luogo di vendita e l’ambiente come racconto. accoglie e avvolge, tra scoperta e sogno, trasmettendo il calore del tocco umano, sempre vivo, palpabile nei trattamenti, nelle finiture, nella ricerca continua della sublime imperfezione. il progetto, curato da robert vattilana e giada forte, è una armonia che nasce dalla rinuncia a schemi prestabiliti. arredi e soluzioni si integrano e susseguono in un disegno liquido che incorpora segni di gusto, tracce di viaggi, echi e citazioni in una tessitura lieve, profonda e sincera.
il racconto, fatto di vuoti e sospensioni, si svela dietro la tenda bianca a tutta altezza che avvolge la vetrina e parte delle pareti. protagoniste sono le materie, armonizzate in un opus multisensoriale che stimola la vista come il tatto, e nel quale l’italianità del fatto a mano diventa elogio dell’irregolarità. al centro è il travertino, espressivo invece che monumentale, usato a bassorilievo, in poro aperto e chiuso, in crosta o scanalato a righe, per pareti, arredi e, tagliato in grandi lastre pun-teggiate da tessere di vetro colorato da mosaico, per il pavimento.
la serenità opaca del marmo è rischiarata dall’ottone che come un segno tracciato a mano libera nello spazio disegna in leggerezza gli elementi del display, con i loro profili organici, il perimetro degli specchi, gli oblò e la silhouette dei camerini, chiusi e confortevoli come scompartimenti di un treno, e poi lo chandelier d’ingresso. il viaggio materico diventa sensuale, fondendosi con la luce: l’impalpabilità trasparente delle tende, dietro le quali lightbox creano effetti lanterna, si alterna alla densità voluttuosa del velluto trapuntato di bottoni raccolti in viaggio che fodera le pareti dei camerini. ancora texture, come un pizzo lapideo, per i sassolini che ricoprono le scale. la presenza onirica della tenda scultorea d’ottone sulla quale ampolle di vetro, soffiate e lavorate a mano da massimo lunardon, catturano la transitorietà di pensieri e ispirazioni si impasta con il tocco vegetale e domestico delle piante di strelitzia che germogliano dal vaso di travertino.
l’architettura e l’esposizione dei prodotti creano un legame fisico e metafisico tra gli spazi e le collezioni, lasciando che a parlare sia la purezza della linea e la purezza poetica dei materiali. elementi privati raccolti per il mondo danno al percorso una sigla personale: un disegno di donna di didier mahieu, una ceramica bitossi disegnata da aldo londi, un vaso di provette di vetro acquistato in un mercatino a los angeles, il busto in gesso di una venere di una fonderia francese. conchiglie, coralli ed elementi sottomarini sottolineano la surrealtà evanescente dell’atmosfera.
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